mercoledì 21 aprile 2010

Vocabolario for President !

Appena conclusi gli scrutini regionali, già si vorrebbe non parlare più di elezioni fino alla fine di questo “Benedetto” – quanto mai più di oggi – Governo; eppure, più di un Italiano vero vorrebbe già tornare alle urne, qualche milione vero direi che se fossero milioni di euro una buona parte del debito pubblico sarebbe già sanato.
Stranissimo caso di coscienza nazionale visti i recenti risultati di astensionismo elettorale. Eppure in tanti vorrebbero votare ancora e ancora e ancora… fino a quando la formula del Parlamento perfetto sia creata grazie ad un miracolo tutto italiano che vede il popolo finalmente unito quando c’è da mandare a casa quell’uno individuo !
Certo, poi sarà difficile decidere chi lo potrà sostituire in questa melma che chiamasi politica, politici e politicanti; cartomanti per leggerti la tua s-fortuna di esser nata nel Bel Paese dei mandorli in fiore e rabdomanti che sempre vanno alla ricerca di quei voti nascosti nelle pieghe mentali di quei poveri disgraziati che proprio non riescono a pensare da soli che la politica, questa politica, sia per il loro bene, che le leggi ad personam od anche ad partitum – tanto è lo stesso – siano per la Sua persona e per il Suo partito – quello della pagnotta, ovviamente !
Che sia chiaro, con tutto il rispetto parlando per chi la cartomanzia e la rabdomanzia le studia veramente, con abnegazione e vocazione di vero Saggio – inteso come Sapiente, per chi non intende…

Dicevo, appunto, che poi trovare un sostituto degno di Nota è difficile, non molti sono alla sua Altezza – i più la superano – sebbene in tanti evitano alla stessa maniera di utilizzare la propria mente per valutare le proprie parole e perciò i propri pensieri a dispetto, si sa, della buona creanza che vorrebbe si dicesse sempre ciò che si pensa. Ma, in fondo, la creanza è stata smaltita come si smaltiscono i rifiuti tossici italiani – e non, in Italia – ovvero interrata a far da concime, questo sì, chimico per gli ortaggi e i frutti nostrani.

Siccome la democrazia vuole che ognuno possa partecipare attivamente o passivamente, direttamente o indirettamente alla vita pubblica e politica del Paese che lo ospita, io una proposta per un possibile sostituto di quelle pieghe mentali, e non soltanto, dell’Uno ce l’avrei: un rappresentante pregevole della nostra italianità, cu sui poter contare per una parola giusta da dire nel momento giusto alla persona giusta – che se la persona è quella sbagliata il messaggio tornerà al mittente con tanto di scuse che, come è noto, qui in Italia sono sempre poste da chi è nella ragione poiché ha commesso il grave crimine di Essere piuttosto che di Avere. E se non hai, di certo, finirai nei guai.
Il mio candidato ogni anno si rinnova, studia, si aggiorna sulla dialettica odierna, dialoga brillantemente con i dotti e sa farsi comprendere dai giovani con il loro stesso slang, piace ai nostalgici di un tempo andato in cui la Parola data valeva più di un contratto scritto. Il candidato ideale per questa Italia multiforme e multicolori: grandi e piccini, giovani e anziani, dotti e analfabeti – più dotti nelle campagne e analfabeti nelle città visto che moltissimi degli immigrati braccianti sono laureati nei loro Paesi d’origine, proprio coloro che ogni giorno ci fanno poi trovare le nostre verdurine e le nostre fruttine sui nostri piattini, altrimenti toccherebbe a noi spaccarci la schiena sotto il sole cociente e la pioggia battente per poi essere pagato un niente - proprio tutti potranno rivolgersi a Lui fiduciosi in una risposta certa e precisa: diverrà l’amico a cui rivolgersi in qualsiasi momento, a casa come al lavoro, a scuola come negli ospedali; per una parola di conforto o per trovarla una parola quando nella mente nemmeno quel solo neurone impazzito vuole proprio lavorare !
Il mio candidato ideale è: Vocabolario della Lingua Italiana, Devoto-Oli. Perché un amico è per sempre e un Vocabolario è for President !

Amico, appunto, il Vocabolario vorrebbe tanto esserlo e lui ce la mette tutta, ma proprio tutta e s’ingegna in ogni modo e ogniddove per attirare l’attenzione dell’altro. Per essere amici però bisogna volerlo entrambi poiché l’amicìzia è il “reciproco affetto, costante ed operoso, tra persona e persona, nato da una scelta che tiene conto della conformità dei voleri o dei caratteri e da una prolungata consuetudine”: ora, certamente il Vocabolario così come oggi si presenta alla nostra vista non può essere ancora considerato una persona, ma da persone vien creato nella speranza che questo libro delle meraviglie linguistiche possa trovare una calda accoglienza nella vita di ogni cittadino.

Ogni cittadino cosciente, aggiungerei, poiché al momento questi sembra mancare e soprattutto nei luoghi in cui più necessiterebbe esercitare la propria responsabilità civica essendo consapevole dei propri pensieri ed azioni, conoscendone le conseguenze dirette e indirette probabili.
E chi può essere più conoscente delle proprie parole di un vocabolario ?
Ma il mio “Vocabolario per Presidente” è soltanto una provocazione per porre l’accento proprio sulla mancanza di cosciènza e conoscenza da parte dei nostri dirigenti politici – purtroppo da parte anche dei cittadini, coloro che quelle “poltrone vuote” le votano ed è, idealmente, con un filo di voce che lo sussurro, come chi ormai più nulla attende dalle persone…
No, il Vocabolario è PER il Presidente, poiché il nostro evidentemente ha dei problemi quanto meno di memoria – e come biasimarlo, anche lui è arrivato alla sua bell’età, casomai dobbiamo biasimarci noi come italiani perché non riusciamo ancora a concedergli il giusto e meritato riposo dopo una lunga vita dedicata al suo lavoro. Che poi è anche il nostro lavoro e sono nostri i figli perduti nel disperato tentativo di sottrarlo alla Mala amicizia di certune persone.

Problemi di memoria ed anche di motricità linguistica: la sua lingua si muove più veloce del suo pensiero, precede il suo pensiero, caso unico di uomo in cui il cervello non risiede nei cosìddetti, ma nel suo apparato fonico. Anche abbastanza simbolico: da giovane si cade in “fallo” e da adulto si cerca di leccarla. In fondo, l’orifizio orale è il primo “organo” col quale e attraverso il quale cerchiamo un contatto con questo mondo, e grazie al quale conosciamo i primi veri piaceri della vita: succhiare, gustare, leccare, mangiare, parlare… Si dice che invecchiando si ritorna bambini: per alcuni sembra proprio sia così !

Purtroppo però la sua mancanza di memoria sembra si trasmetta anche alla prole, soprattutto di sesso femminile e maggiore dei sei fratelli e sorelle: caso precoce di perdita di memoria oppure mancanza di educazione lessicale ? In entrambi i casi ci sarebbe da preoccuparsi: nel primo per la sua salute, nel secondo saremmo preoccupati per l’azienda di famiglia di cui lei è Presidente – chi va a Roma perde la poltrona, ma in questa partita la si è giocata in casa.
Mancanze che se volontarie o meno denotano, ad ogni modo, una totale inconsapevolezza delle parole che si stanno utilizzando e del loro valore, del loro peso e di come questo ricadrà inevitabilmente non soltanto su di loro – poco male, alla fine, se per una volta a chieder scusa fossero coloro che SONO nel torto – quanto sulla nostra società, tanto più se lasciate fluire e confluire nelle case di ogni italiano attraverso il mostro Media.
Strozzerei chi ha scritto la Piovra” (La Repubblica, 28 Novembre 2009) , "(…)la mafia italiana risulterebbe essere la sesta al mondo ma è quella più conosciuta" anche per i film e le fiction che ne hanno parlato, come "le serie della Piovra" e in generale "la letteratura, Gomorra e tutto il resto" (La Repubblica, 16 Aprile 2010) - Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana ; “(…)quella che era né più né meno che una critica. Una critica che può anche non essere condivisa, ma che, come tutte le opinioni, è più che legittima.” (La Repubblica, 17 Aprile 2010), Marina Berlusconi, Presidente Mondadori S.p.A.

Criticare vuol dire esaminare, interpretare, valutare, approfondire, motivare la valutazione di un fatto o situazione, di un documento storico od artistico: questi sono i significati che tutti possono ritrovare nel proprio vocabolario, questo amico fedele e leale – fino a quando qualcuno non gli cambia il posto nella libreria – che dovrebbe essere sempre consultato prima di aprir bocca e darle fiato.

Forse però Padre e figlia hanno volutamente tralasciato il significato primario per rifarsi all’accezione che sembra essere comune, purtroppo e che invece è un significato secondario: biasimare, riprendere, giudicare sfavorevolmente; muovere obiezioni, censurare. Ed il biàsimo è una “disapprovazione o condanna motivata da un giudizio morale soggettivo”: che emesso dal presidente di una casa editrice può anche essere accettato – nel caso di Roberto Saviano ed altri è quanto meno contraddittorio disapprovare chi e cosa si sta pubblicando - ; ma quando è il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, ovvero il Capo del Governo in carica ad emettere, ad affermare una tale condanna non ci si può non interrogare sugli effetti e quali che tali affermazioni sconsiderate avranno sulla vita pubblica del nostro Paese.
In uno Stato civile e democratico si sarebbe aperta una discussione pubblica oltre che parlamentare su tali dichiarazioni, ogni cittadino si sarebbe sentito “parte civile” e così chiamato in causa: sì, perché ogni cittadino cosciente, consapevole e intellettualmente onesto afferma la verità dei fatti, non si sottrae alla sua responsabilità civica di partecipare attivamente per migliorare la società; e se in questa società, così come in un organismo, vi è un Male da estirpare lo si afferma a voce alta così da chiedere aiuto, da trovare insieme ad altri le soluzioni migliori per risanare lo stato naturale della collettività.
Fabrizio Quattrocchi disse ai suoi carnefici, davanti la videocamera, il giorno della sua esecuzione: “Ora vi faccio vedere come muore un italiano”. Ci sono milioni di italiani in Italia e nel mondo che ogni giorno dimostrano all’intera umanità come vive onestamente un italiano vero, senza vergognarsi delle proprie origini – che non ve ne è una che non sia macchiata di sangue innocente – e prendendo parte a testa alta: Roberto Saviano è uno di questi italiani veri e chi afferma che con le sue parole – le parole di tutti, al fine, poiché il Vocabolario è universale – infanga la propria terra è quanto meno intellettualmente disonesto e perciò non è un italiano vero.

Mariastella Argenti